Compagnia dialettale “La Maschera”

Il referente Libero Bortolazzi ci ha raccontato la storia dell’ormai mitica compagnia teatrale di San Felice, spiegandoci l’obiettivo nobile che da anni persegue, oltre a far divertire i sanfeliciani.

Con Piazza del Mercato continuiamo ad intervistare i responsabili delle numerosissime associazioni presenti nel nostro paese. Oggi è il turno della Compagnia Teatrale “La Maschera”, il cui presidente Libero Bortolazzi ci racconta da quanto esiste e quanti spettacoli ha rappresentato questa compagnia:

“La compagnia teatrale nasce nel 1987 e nel corso degli anni ha rappresentato più di 25 tra commedie e farse dialettali. Abbiamo fatto diverse repliche dello stesso spettacolo, ma una per tutte è stata la più rappresentata e cioè: “Impresti a Parigi” messa in scena ben 43 volte.”

Il teatro è luogo di aggregazione da millenni, ma “La Maschera”, oltre a radunare i sanfeliciani per momenti di divertimento generale, fa molto di più, come ci racconta Libero:

“La nostra voglia di continuare è sicuramente insita nella grande soddisfazione che dà il pubblico, i premi vinti in alcune manifestazioni a concorso, ma soprattutto la volontà di devolvere in beneficenza i nostri proventi.
Possiamo tranquillamente affermare che la nostra Compagnia Teatrale ha devoluto circa 50.000€ in beneficenza, non male no?! Quindi l’obiettivo principale che ci siamo posti è la solidarietà: devolvere interamente gli incassi alle associazioni locali (escludendo naturalmente le spese vive dell’allestimento della scenografia).”


E’ davvero una cifra considerevole devoluta in beneficenza, complimenti! Quindi quanto è importante il teatro dialettale in una realtà come la nostra?

“Teniamo presente che il teatro dialettale è il figlio minore del teatro classico di prosa. Il teatro dialettale dovrebbe far ridere… Insomma, bisogna far ridere! D’altronde è il primo requisito che ti chiedono quando si porta in giro uno spettacolo dialettale: “Ma fa ridere?”. Gli organizzatori di rassegne stanno bene attenti a non invitare quelle compagnie che non si adeguano. Per loro non importa la qualità dello spettacolo, purché esso possa strappare qualche risata.
Far divertire, per la nostra compagnia, è la priorità, e trovare un copione di questi tempi non è facile, anche perché il pubblico che ci segue di solito non ha un età giovanile, quindi nella nostra storia abbiamo tentato nuove strade più impegnative, ma che alla fine le persone anziane non hanno molto gradito. A parte questo dettaglio, noi vogliamo che il dialetto rimanga vivo e ci sforziamo ogni volta di rinnovarlo. Alla fine la nostra Compagnia non è altro che un gruppo di amici che si ritrova con la voglia di stare insieme, un’associazione fra le tante che ci sono a San Felice, con la peculiarità che ci diamo l’obiettivo di far passare un paio di ore potendosi divertire insieme.”


Il teatro di San Felice è inagibile da più di 8 anni, ma ha ancora senso investire su una struttura di questo tipo?

“San Felice, per motivi diversi, ha dovuto rinunciare al teatro comunale anche nel 1985 perché il comune avviò un restauro per riportarlo al suo uso originario (prima veniva utilizzato come cinema n.d.r.). Venne riaperto al pubblico nel 1994 ed è stata una festa per i sanfeliciani. Tantissimi abbonamenti ne decretarono il buon riavvio dell’attività e quindi anche la nostra compagnia ha potuto godere della soddisfazione di recitare su di un palco.”

Infine con una nota di malinconia, Libero aggiunge:

“Il teatro è aggregazione, il teatro è vita. Senza il teatro San Felice muore, o perlomeno muore una parte di San Felice che vuole uscire e sedersi su una poltrona per ridere, emozionarsi ed incontrare gente”.

Emozionarsi e incontrare altre persone nel nostro Teatro oggi appare un avvenimento lontano ma, sperando di poterci rientrare presto, ringrazio la Compagnia Teatrale “La Maschera” per i sorrisi che ha regalato (e continua a regalare) a generazioni di sanfeliciani e che sicuramente non si perderà d’animo, nemmeno in questi periodi d’incertezza.
Perché “Ridere è una cosa seria”.

Sipario.


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