Alla scoperta della J. Lennon e dei Rulli Frulli

Intervista a Mirco Besutti e Federico Alberghini.

La scorsa settimana, ai microfoni di Piazza del Mercato, abbiamo avuto Elena Malaguti, presidente della Fondazione Scuola di Musica Andreoli. Abbiamo imparato tanto da quell’intervista, soprattutto a conoscere una realtà fortissima del nostro territorio, la Bassa Modenese. Il gruppo della scuola di musica è formato da tantissime persone, soprattutto giovani, e proprio per questo motivo abbiamo deciso di realizzare un piccolo focus dedicato in modo particolare a due dei venti gruppi musicali della Fondazione: la Banda Giovanile J. Lennon e la Banda Rulli Frulli. In entrambi i casi si tratta di due esempi cristallini che incarnano “integrazione” e “socialità”, anche se questi due termini vengono rappresentati da tutti i gruppi e i progetti della Andreoli. Per parlare di queste attività abbiamo scambiato due chiacchiere con Mirco Besutti, direttore della Lennon e Presidente dell’Associazione Italiana delle Scuole di Musica (AIdSM), e con Filippo Alberghini, direttore della Banda Rulli Frulli.

Intervista a Mirco Besutti:

QUANDO E COME NASCE LA J. LENNON?

Il nostro gruppo è nato nel ‘98 dall’esigenza di dare ai ragazzi un’attività che andasse oltre alle lezioni individuali di musica. La nostra idea era quella di includere tutti, perciò, come Scuola di Musica abbiamo optato per una linea politica e istituzionale che virasse fortemente verso questo concetto. Anche adesso, a distanza di anni, possiamo dire che “il senso” della J. Lennon non è quello di fare dei concerti, piuttosto quello di far interagire il più possibile i ragazzi che vi partecipano, dando la possibilità di conoscerne tutte le sfumature. I nostri numeri, inoltre, sono sempre aumentati, fino all’attuale formazione che conta 104 persone nella banda. In modo particolare, abbiamo sempre tenuto all’inserimento di ragazzi disabili, e tutt’ora siamo in grado di dire che siamo tra i gruppi più all’avanguardia in Europa, senza essere smentiti.

QUALE TIPOLOGIA DI MUSICA SUONATE?

Una banda è una formazione di percussione e fiato, perciò spaziamo dalla musica originale per banda fino a quella più contemporanea, alle colonne sonore dei film, al jazz e al pop. In progetto in collaborazione con Patrizio Bianchi (attuale Ministro dell’istruzione) ci è capitato di realizzare un concerto dedicato interamente a Giuseppe Verdi.

QUALI ATTIVITÀ STATE SVOLGENDO ORA E COSA È CAMBIATO RISPETTO A PRIMA? COSA PREVEDETE PER IL FUTURO?

Siamo in grado (quando possibile) di fare le prove per i nuovi repertori, a piccoli gruppi o tutti insieme. Con il Covid è cambiato molto, per esempio: nell’arco di questa pandemia abbiamo realizzato tanti video, anche a distanza, e abbiamo sfruttato l’estate scorsa per realizzare diversi concerti. Ora, per cercare di mantenere contatto con i ragazzi, lavoriamo a piccoli gruppi. Ovviamente speriamo che questa situazione finisca presto, anche perché, al di là dell’emergenza sanitaria, che non si discute, mi rendo sempre più conto che il prezzo che stanno pagando gli adolescenti è altissimo. Lo vivo tutti i giorni e vi posso assicurare che per loro questa situazione è sempre più pesante, perché troppo spesso vengono ignorati, anche dalle istituzioni. Nonostante ciò, nel nostro piccolo stiamo facendo del nostro meglio e gli obiettivi per il futuro non mancano, come un progetto su cui stiamo lavorando, basato sulla musica dei Beatles, e l’audiolibro “Il ritorno di Ulisse” che, tra le altre cose, sarà pubblicato da una casa editrice piuttosto importante. Non posso dirvi altro, almeno per ora.

Intervista a Federico Alberghini:

QUANDO NASCONO I RULLI FRULLI?

Il nostro progetto è partito nel 2010 con l’idea particolare di costruire. Tutto è partito dall’ispirazione che mi ha dato il mio maestro, Luciano Bosi, di creare strumenti con materiale di recupero. Allora io ero già all’interno della scuola da sette anni, e mi venne affidata questa “piccola” marching band con sette allievi del gruppo batteria. Se ci ripenso oggi e guardo dove siamo arrivati, quasi non mi sembra vero. Alla fine, siamo riusciti davvero a costruire, non solo degli strumenti, ma una vera e propria famiglia.

CHE TIPO DI MUSICA FATE?

Dal 2013, dopo il terremoto, il nostro progetto è cambiato parecchio perché da marching band, grazie a Manitese, siamo diventati una vera e propria orchestra, dove ognuno ha il proprio strumento. Dopo questa mutazione, è difficile dare una definizione vera e propria alla nostra musicalità. Personalmente ora la ritengo una musica rock con i tratti dance e con la costante ricerca di una nuova sonorità. Oggi siamo in 80, e non avendo solo strumenti a percussione, riusciamo a spaziare con la fantasia.

COME SI STA EVOLVENDO IL VOSTRO PROGETTO E QUALI SONO I PRESUPPOSTI PER IL FUTURO?

Dal 2016 abbiamo iniziato a esportare il metodo Rulli Frulli in tutta Italia e oggi abbiamo varie bande con questo nome, che comprendono circa 2000 ragazzi. Ora i Rulli Frulli sono un po’ ovunque, come Reggio, Roma e Baranzate (MI). I nostri insegnanti girano di continuo tra i vari gruppi, in modo che il metodo che abbiamo già esportato continui a espandersi. In questo senso, siamo fierissimi di dire che dal 2017 l’Università Cattolica di Milano sta studiando tutti i nostri progetti e dal dicembre 2021 il nostro metodo diventerà scientifico. Se invece vogliamo parlare del nostro territorio, anche qui le sorprese non mancheranno, grazie alla nostra nuova sede presso la stazione degli autobus di Finale Emilia, che ci darà modo di coinvolgere sempre più persone.

CHE ANTICIPAZIONI CI PUOI DARE SULLA NUOVA SEDE?

Noi siamo già all’opera per organizzare tutto. La sede sarà nostra per i prossimi 25 anni e non vediamo l’ora di partire a pieno regime. A oggi abbiamo già una web radio che trasmette tutti i sabati e che coinvolge anche i ragazzi del Liceo Morandi, ma non mancherà la collaborazione anche con l’Istituto Agrario Calvi. Per ora posso dirvi che abbiamo tantissima voglia e che presto, speriamo a maggio, cominceranno anche i lavori per ristrutturare completamente i locali. A lavori finiti avremo una sala prove per noi, il punto vendita e il laboratorio di Astronave-Lab, uno studio di registrazione, una radio, un bar, un’area estiva esterna e una sala polivalente per tutti quanti. La posta in gioco è davvero alta e i costi sono elevatissimi, ma è quello che serve per cercare di dare “una scossa” al nostro territorio, un nuovo punto di ritrovo per tutti i ragazzi della Bassa. Quando tutto sarà completo (e noi speriamo di arrivare a compimento prima del 2022) saremo in grado di ospitare davvero tutti e creare un luogo unico nel suo genere. Insomma, in attesa che questa maledetta pandemia possa avere fine, noi ci prepariamo alla grande per poter stare tutti insieme come una volta, non vediamo l’ora.


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