Digitalizzazione, intelligenza artificiale, machine learning: i nuovi lavoratori senza contratto

L’ e-commerce ci insegna che è fondamentale adattare il nostro lavoro alle nuove tecnologie. Ecco perchè.

Vorrei iniziare questo articolo con una citazione di Charles H. Duell, responsabile dell’ufficio brevetti negli Stati Uniti dal 1898 al 1901: «È già stato inventato tutto l’inventabile».

A distanza di 122 anni direi che la risposta ad un’affermazione del genere vien da sé. Con l’avvento della rivoluzione digitale, verso la fine degli anni ’50, abbiamo iniziato a conoscere uno sviluppo così veloce ed esponenziale delle invenzioni e delle innovazioni che ormai uno fatica a rimanere al passo. Non si fa in tempo a conoscere e ad approfondire un determinato settore che hanno già trovato un modo per renderlo più efficiente.

Prendiamo come esempio l’e-commerce.

Un ambito sconosciuto fino a vent’anni fa, che ora, anche a seguito della pandemia, si è rivelato necessario per la sopravvivenza di coloro che hanno un negozio fisico.

Vediamo insieme cosa significa effettuare una transazione del genere e che ruoli vengono richiesti su questo canale di vendita:

1) creazione di un sito internet e pagina e-commerce (web developer, UX – ottimizzazione esperienza utenti-, designer della pagina, SEO -ottimizzazione sui motori di ricerca-, programmatore informatico);

2) caricare un determinato prodotto online che si distingua dai competitor (analista dei competitor online, SEO, copywriter);

3) curare la parte grafica del prodotto (fotografo e/o video maker, designer, content marketing);

4) pubblicità su social e su altre piattaforme (saper usare pubblicità di Google, Facebook, Instagram, YouTube, e altre ancora, in modo efficiente senza sprecare soldi, funnel marketing, content marketing, SEO, analista di mercato, tracciamento dati online dei consumatori, copywriter, gestore social media);

5) e-mail marketing (copywriter, canali di automazione e-mail al possibile cliente – quante email vi arrivano una volta che vi iscrivete a qualche pagina?-).

E potrei continuare ancora e ancora. Immagino la faccia stranita di coloro che leggono questi termini per la prima volta, sono sicuro che all’inizio sembrassero geroglifici anche agli occhi di chi ora lo fa per mestiere.
Se fino a vent’anni fa l’e-commerce non era ancora molto conosciuto, alcuni di questi lavori esistevano già, e si sono dovuti innovare per soddisfare gli attuali bisogni richiesti nel mercato del lavoro della vendita.

Gran parte di questi lavori, una volta ultimati e pubblicati, utilizzano sistemi di automatizzazione.

In base alle azioni che ognuno di noi compie all’interno di questi siti, ai click, alle preferenze che mostriamo, algoritmi e segmentazioni automatizzate decidono al posto degli umani cosa farti vedere, come fartelo vedere e in che momento della tua giornata. Vedono che entri spesso su un sito di vestiti verso le sette o le otto di sera, magari dopo il lavoro? Ottimo! A quell’ora ti aspetta una bella pubblicità della maglietta che avevi notato negli ultimi giorni verso quell’ora.

Che fine hanno fatto commercianti e negozianti che non si sono innovati sotto questi aspetti?

Molto probabilmente, se ci sono ancora, non dureranno a lungo. Con la vita che non sembra regalarci momenti di svago durante la settimana, la gente sente il bisogno di comodità. Ma se ancora alcuni di noi sono scettici di fronte a questo mondo che è cambiato e che continua a cambiare senza farsi tanti scrupoli, sicuramente i giovani di oggi e di domani non si faranno tanti problemi a preferire l’online rispetto all’offline. E chissà cos’altro ci aspetterà tra vent’anni.

Questo era un semplice esempio di come la tecnologia ha rivoluzionato un mondo così vasto e capillare come quello della vendita B2B e B2C (rispettivamente, aziende per aziende e aziende/negozi per singoli consumatori).

E tu che lavoro fai? È un lavoro che potrebbe essere sostituito da una macchina o dalla tecnologia? Ti stai informando se c’è una qualche forma digitale che dia maggior valore al lavoro che fai? Quali competenze ti servono per essere un valore aggiunto e per non farti sostituire da una tecnologia?

«Non è poi così difficile riqualificarsi sul piano digitale […] se si accetta di mettersi in gioco, di avere l’umiltà di seguire corsi di riqualificazione. […] Con un discreto impegno personale si può sfuggire alla disoccupazione cronica. Tutti sono una risorsa.» (“L’economia”, 15 marzo 2021, pag. 2 e 3)

Lascio in allegato il link a questo articolo di approfondimento del Sole 24 Ore del 1° luglio 2019.