Comitato genitori: il racconto di un’esperienza dal basso per aiutare le nostre scuole

Intervista al presidente Alessio Iossa.

Alzi la mano chi, tra coloro che avranno la pazienza di leggere questo articolo, non ha mai partecipato o quantomeno sentito parlare del Ciapa la Galeina. Naturalmente tutti i sanfeliciani conoscono questo evento, in grado di portare per le vie del paese una vitalità che oggi come non mai ci manca e che ci auguriamo di ritrovare il prima possibile. Non tutti forse sanno chi in questi anni è stato la regia del “Ciapa” e quali progetti sono stati finanziati attraverso i proventi di questa manifestazione. Abbiamo quindi approfondito quella che è stata l’attività del Comitato Genitori in questi anni intervistando il presidente Alessio Iossa.

Quando nasce il Comitato Genitori di San Felice sul Panaro?

Il comitato genitori così come è oggi è nato dalla fusione del comitato genitori delle scuole elementari nato nel 2011 e quello delle scuole medie già attivo da qualche anno prima.

Vi conosciamo come organizzatori di uno degli eventi più divertenti e coinvolgenti mai fatti a San Felice, il “Ciapa la Galeina”, realizzato per scopi importanti per la nostra comunità. Ci vuoi raccontare più nel dettaglio?

Il Ciapa la Galeina è nato dall’intuizione dell’allora presidente Elena Bergamini. Si voleva innanzitutto raccogliere fondi per le attività del comitato e fare qualcosa che potesse riportare gente a San Felice. “Ispirandosi” ad eventi simili che si svolgevano già in altri comuni, si è arrivati al Ciapa che è riuscito in entrambi gli scopi iniziali. In tutte le edizioni è sempre aumentato il numero dei partecipanti e in tutte le edizioni abbiamo aumentato e migliorato le collaborazioni con realtà comunali e altre associazioni anche di comuni limitrofi raccogliendo fondi per finanziare le attività delle nostre scuole.

Il Covid non sta aiutando il nostro tessuto associativo e anche voi avete preso la decisione di terminare la vostra attività. Come deciderete di investire i fondi raccolti in questi anni?

Dopo aver finanziato diverse attività come corsi, gite e l’acquisto di attrezzature, in accordo e in sinergia con la direzione didattica ed il Comune, abbiamo cercato di soddisfare il maggior numero di richieste degli insegnanti delle tre scuole sanfeliciane. Abbiamo anche predisposto una donazione al Comune perché possa ultimare l’arredo del giardino della scuola primaria visto che questi fondi erano stati raccolti dalla vendita del libro “Una fiaba vera” pubblicato dalle insegnanti delle scuole primarie dopo il sisma del 2012. Come ultimo atto doneremo un defibrillatore alla comunità di San Felice in memoria di nostri tre amici che ci hanno lasciato in questi anni.

Da chi è stato protagonista della socialità e dello stare insieme a San Felice, piacerebbe sapere questo: c’è speranza di riscatto e di ripartenza in questi termini nel post pandemia in un contesto come il nostro?

Questo è un vero problema. La situazione associativa è disastrosa. La nostra associazione ad esempio, chiuderà per la mancanza di ricambio all’interno del direttivo e purtroppo la situazione è la stessa in diverse realtà. Temo che la pandemia abbia accelerato un percorso che era comunque in atto. Purtroppo credo ci sia un generalizzato disinteresse verso l’associazionismo e che le normative restringenti sull’organizzazione degli eventi complicheranno maggiormente l’organizzazione di eventi futuri. Essendo comunque un’inguaribile ottimista, mi auspico che la nuova Proloco, in collaborazione con le associazioni del Comune e le attività che si sono sempre spese per organizzare eventi a San Felice possano ridare nuova linfa alla socialità del nostro comune. Lo abbiamo dimostrato dopo il sisma del 2012 e lo faremo ancora.


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