Sappiamo davvero cos’è il femminismo?

Excursus storico sui movimenti che nella storia si sono battuti per i diritti delle donne.

Molte volte è capitato di fare erroneamente l’associazione tra maschilismo e femminismo, ignorando gli ideali di cui si fanno portatori. La nostra stessa società, cinica e frettolosa, spesso non ci aiuta a delineare una distinzione vera e propria, ma è importante ricordare che, mentre il maschilismo afferma una superiorità del genere maschile su quello femminile, il femminismo lotta per una parità di genere, che nel 2021 non si è ancora raggiunta in nessun ambito, che sia quello sociale, politico o economico.

I primi movimenti femministi, seppur teorici, nascono in Francia alla fine del Settecento anche grazie all’impeto della Rivoluzione francese. Nel XIX secolo, invece, le donne scendono sul campo e, in Inghilterra lottano per ottenere il suffragio universale, ossia il diritto di voto, e per richiedere di partecipare attivamente alla vita politica del Paese. Da quel momento vennero chiamate “suffragiste”, in onore degli ideali a cui si rifacevano, ma cominciarono presto a essere designate con accezione negativa tramite il nomignolo “suffragette”, a dimostrazione, ancora una volta, del disprezzo verso il genere femminile. Le suffragiste, grazie a tutte le loro lotte, nel 1918 ottennero il diritto di voto, anche se riservato alle mogli dei capifamiglia sopra i trent’anni. Solo dopo alcuni anni, precisamente nel 1928, tale diritto fu esteso a tutte le donne, senza alcuna distinzione.

Una seconda ondata femminista si ebbe negli anni Sessanta, questa volta negli Stati Uniti d’America, dove le donne, alla fine della Seconda guerra mondiale, non furono più disposte a occuparsi della casa, ma cominciarono ad avere più pretese, dato che durante il conflitto molte iniziarono a lavorare e a conoscere l’emancipazione. In questi anni vennero portati alla luce temi importanti, come il diritto di abortire, la possibilità di controllare la propria fertilità con la pillola anticoncezionale e la necessità di parlare e denunciare apertamente gli stupri e le violenze domestiche subite, da sempre un grande tabù. La terza ondata del femminismo fu negli anni Ottanta e Novanta, estesa a tutto il mondo, poiché le donne cominciarono ad apprendere e aderire a questo fenomeno ormai consolidato e diffuso, trattando però altri temi e altre necessità, tra cui l’emancipazione sessuale; i diritti transgender; la richiesta di una maggiore correttezza nel parlare del sesso femminile, che non includesse termini dispregiativi o denigratori; il diritto al lavoro qualunque esso fosse e il diritto alla contraccezione.

A seguito di questo excursus storico, si può osservare come in realtà il femminismo non abbia mai sminuito il sesso maschile, ma abbia solamente cercato di ottenere una serie di diritti che tutelasse anche quello femminile. Ciò dimostra che la cosiddetta “linea sottile” tra il maschilismo e il femminismo, in realtà, è più spessa di quanto crediamo.

Oggi, le tematiche affrontate dal femminismo non sono diminuite e tra le priorità troviamo: la lotta alla disparità di genere sul lavoro, infatti uno dei problemi di maggior rilievo è rappresentato proprio dal Gender Pay Gap, ossia la differenza salariale tra uomo e donna che conducono lo stesso lavoro nelle stesse ore; il diritto di famiglia anche per le donne che desiderano avere una carriera o successo nel mondo del lavoro; infine, la ricerca del sostegno degli uomini in questa dura battaglia.

In una società in cui vi sono soggetti svantaggiati rispetto ad altri solamente per il sesso, è davvero necessario negar loro dei diritti e discriminarli? È scoraggiante ascoltare persone che non si trovano in accordo con il femminismo. Se si riconosce la condizione minoritaria che viene attribuita alle donne, perché non si è disposti ad aiutarle affinché anche loro ottengano gli stessi medesimi diritti di un uomo?

Da giovane donna, posso affermare che è sgradevole sentirsi sminuita in quanto donna o sentirsi obbligata a ricoprire un ruolo solo perché così è stato insegnato. Desidero essere ciò che voglio, senza dover giustificarmi per il mio sesso.


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